Terzo di sei fratelli, a tredici anni avviò il suo apprendistato presso un artigiano di Bisuschio, dove cominciò a trattare il marmo. Si trasferì quindi a Milano, ancora adolescente, per poter proseguire la pratica del mestiere presso altri maestri, quali F. Pelitti, i fratelli Boni e L. Vela, allora docente aggiunto alla scuola di ornato presso l’Accademia di Brera. Nel 1860 si iscrisse infatti ai corsi di figura dell’Accademia, dove frequentò la sala delle Statue dal 1862 fino al secondo semestre dell’anno 1863-1864. Si trasferì quindi a Torino, dove rimase fino al 1866, per proseguire i suoi studi nell’Accademia Albertina presso la cattedra di scultura tenuta da V. Vela.
Nel 1867 ottenne il premio di scultura per la Fondazione Canonica dell’Accademia di Brera sul tema di Ulisse in atto di tender l’arco, opera contrassegnata ancora da un’eroicizzazione romantica del soggetto, ed iniziò a lavorare con lo scultore verista Tabacchi a Torino.
Rientrato a Milano nel 1869, eseguì alcune opere per la chiesa di San Lorenzo e ottenne la commissione di una statua per il Duomo, raffigurante Santa Tecla; a essa fece seguito, nel 1877, la richiesta di una seconda scultura per la Fabbrica del Duomo, raffigurante Sant’Orsola.
Entrò a far parte del gruppo di artisti della Scapigliatura lombarda: amico di Tranquillo Cremona e di Daniele Ranzoni, assunse con loro posizioni di rinnovamento antiaccademico e condivise le comuni ricerche luministiche.
Dimenticando la levigatezza neoclassica ed il nitore dell’arte romantica cercò effetti di luminismo pittorico nella scultura, giungendo ad elaborare la propria modellazione scultorea, dai modi vibranti e vivaci.
In questa linea di ricerca si inserisce il monumento milanese a Cesare Beccaria, eseguito nel 1871, ma vinto per concorso nel 1860.
In questo periodo eseguì gruppi, figure e ritratti tendenti sempre in misura maggiore all’impressionismo pittorico di Cremona; nel 1872 espose a Brera il suo Paggio di Lara che suscitò vive polemiche e nel 1874 espose a Londra la medesima opera.
Nel 1881 partecipò al concorso pubblico indetto per Il Monumento alle Cinque Giornate di Milano in piazza di Porta Vittoria. Il suo bozzetto risultò vincente e per tredici anni l’artista lavorerà intensamente a questo che risulterà il suo capolavoro.
Interessante è anche la breve attività di acquafortista (1873-1874), dove emerge ancora la sua tendenza alla sperimentazione.
